Home arrow Rassegna Stampa arrow Articolo sul "Messaggero Veneto" di Martedì 13 Ottobre 2009
Articolo sul "Messaggero Veneto" di Martedì 13 Ottobre 2009 PDF Stampa E-mail
Scritto da Daniele Damele   
domenica 01 novembre 2009
Il futuro

UDINE. Nessun nuovo impianto sportivo in regione. O almeno «si faranno se serviranno». In tempo di crisi bisogna puntare su quelli già esistenti, valorizzare il lavoro di associazioni e del volontariato sportivo, monitorare le strutture con un censimento, sul modello di quello fatto nella provincia di Gorizia lo scorso anno. Prende il via con queste premesse la seconda “Conferenza regionale dello sport”, un viaggio nei quattro capoluoghi della regione per individuare un sistema omogeneo di gestione dello sport. «Vogliamo – ha detto ieri a Udine l'assessore allo sport Elio De Anna – rispondere alle aspettative delle società sportive e ricollocare lo sport tra gli elementi portanti della nostra società, in particolare per la sua funzione formativa e sociale». Se per il funzionario per i servizi e le attività ricreative e sportive Fvg, Giuseppe Mileo, la Regione deve diventare il punto di riferimento del settore, con un continuo aggiornamento dati; per il dirigente amministrativo della Provincia, Daniele Damele, ci vuole anche un piano provinciale. «Per un programma di interventi coordinati – ha spiegato – che migliori la relazione tra gli impianti già esistenti e per capire quali sono gli interventi reali da effettuare». Gli impianti polivalenti, è emerso, sono quelli che funzionano meglio, che permettono un maggiore vantaggio dal punto di vista operativo ed economico e che possono anche essere aperti al mondo della scuola e degli spettacoli. Non vanno trascurati, però, gli impianti minori. «Sono fondamentali per la promozione degli sport di base – ha detto il vicesindaco di Udine, Vincenzo Martines – ed è su questi che bisogna investire in messa in sicurezza». Secondo il vicesindaco, va valorizzato il mondo del volontariato sportivo, con cui va instaurato un rapporto più moderno e snello. «Perché il comune non ce la fa a gestire da solo tutti questi impianti – ha aggiunto – mentre le associazioni andrebbero sgravate dalla burocrazia». Per quanto riguarda, invece, gli stadi, secondo il presidente dell’Udinese calcio spa, Franco Soldati, bisognerebbe guardare alla Gran Bretagna. «Stadi in mano alle squadre di calcio – ha detto – che offrono non solo partite, ma anche pub, ristoranti, musei, momenti di intrattenimento e merchandising, sette giorni su sette». Intanto un punto di partenza è il censimento. Un discorso antico, secondo il presidente del Coni provinciale di Gorizia, Mario Brandolin. «Un metodo utile per la programmazione di interventi finanziari – ha detto – è la messa a norma degli impianti». Ilaria Gianfagna


Ultimo aggiornamento ( domenica 01 novembre 2009 )
 
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