Articolo sul "Messaggero Veneto" di Martedì 12 Ottobre 2010
Scritto da Daniele Damele   
martedì 12 ottobre 2010
Damele rilegge il rapporto tra padri e figli

“Vola, figlio mio” Esce in questi giorni, per i tipi di Minerva Edizioni, Vola, figlio mio (96 pagine, 10 euro) un lavoro tra l’indagine sociologica e il romanzo, del giornalista Daniele Damele. È il suo settimo libro. Damele prosegue nell’esplorazione del difficile e sempre delicato rapporto genitori–figli. Vola, figlio mio si propone come un testo agile, accessibilissimo, con uno stile giornalistico che vuole incuriosire e avvicinare ai temi legati al mondo della sociologia e della psicologia. L’autore si addentra in un’analisi che è anche autobiografica nel tentativo di mantenere un legame tra sé e i suoi figli «pur consapevole della necessità di permettere loro di vivere la propria vita. Qui sta il significato, sincero, della volontà di lasciar volare i propri figli volendo ritagliarsi un ruolo di sostegno, stimolo e soprattutto di presenza amorevole che rimane lì ad applaudire e a vedere dispiegarsi il futuro di chi gli è caro». Anche esperienze difficili e spesso fallimentari, come la fine di un’unione, sono trattate con estrema serenità e consapevolezza individuando con chiarezza i differenti ruoli di genitori che si lasciano e di figli «che non devono essere separati e non devono separarsi da alcun genitore». Chi lo fa - ammonisce Damele - sbaglia e ciò al di là del fatto che lo pensi l’autore: è un dato di fatto oggettivo. Cosa può esserci di così imperdonabile per assumere un atteggiamento cosí negativo? Nel libro - scrive Damele - possono ritrovarsi sia i genitori, sia i figli, ma anche gli educatori e gli operatori della comunicazione. Forte è, infatti, il richiamo a un uso consapevole degli strumenti di comunicazione che sempre più propongono, nei loro contenuti, modelli comportamentali talvolta, specie se diseducativi, difficili da contrastare.


Ultimo aggiornamento ( giovedì 21 ottobre 2010 )