Articolo sul Gazzettino di Marted́ 2 Dicembre 2008
Scritto da Daniele Damele   
domenica 07 dicembre 2008
Opportune le trasmissioni in friulano

Recentemente la Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia ha stanziato 200 mila Euro per sostenere programmi radiotelevisivi in lingua friulana. Bene, molto bene! Il finanziamento è del tutto opportuno in quanto mira a valorizzare la lingua e la cultura friulane. La scelte, poi, di utilizzare mezzi di comunicazione di massa come radio e tv non può che essere vista con favore. Come scordare, infatti, che proprio la Rai tv ha promosso la conoscenza della lingua italiana in ogni realtà territoriale nazionale colmando quelle sacche, non lievi, di analfabetismo all'epoca ancora presenti?

Con radio, televisione, ma anche internet e tutti i nuovi media oltre che la carta stampata si può svolgere un ruolo significativo di promozione del friulano e della cultura di questa terra. Proprio attraverso i media, infatti, si può giungere a tutte le generazioni riempiendo, peraltro, se c'è la volontà, di qualità l'etere e gli altri strumenti d'informazione troppo spesso oggi votati al trash, al volgare, alla povertà di contenuti, ai facili ascolti.La sfida per i media e il friulano sta proprio qui: combinare qualità, innovazione, radici, identità, cultura e modernità. La cultura friulana si basa anche sulla proprio lingua storica. Lo sviluppo di questa potrà permettere non una chiusura nei confini territoriali del Friuli, ma, al contrario, un'apertura al mondo, una visione internazionale e, appunto, moderna per una Regione geopoliticamente importante se riuscirà a conquistarsi e svolgere un proprio ruolo di cerniera di differenti tradizioni e di sviluppo internazionale, di crescita sociale ed economica.La tutela del friulano sta alla base anche di un rapporto diverso con l'altro, lo straniero, l'immigrato. al quale occorre sì guardare con attenzione e rispetto, ma dal quale si può e deve pretendere altrettanto rispetto in primis per le nostre radici, la nostra identità, la cultura. Solo così si potrà avere una giusta apertura a chi viene a vivere in Friuli evitando quello che un domani, nemmeno troppo lontano, potrebbe trasformarsi in un nuovo strisciante colonialismo delle nostre terre, non voluto e non giusto, antitetico alla cultura dell'integrazione.

La sfida sta tutta qui e sta a significare che radio, tv, internet (troppo spesso vetrina irrispettosa, offensiva e impropria se non addirittura delittuosa per i nostri bambini) e tutti i mezzi di comunicazione, vecchi e nuovi, devono svolgere un ruolo che non può limitarsi a produrre un programmino in friulano per accedere a giuste contribuzioni, occorre puntare con sacrificio e ostinatamente alla qualità e a diversificare le varie proposte.

Ci auguriamo che la Rai, sia alla radio, sia in tv e in orari consoni, le belle radio private e le televisioni locali friulane sappiano gettare il cuore oltre l'ostacolo e lo facciano per tutti noi, magari accompagnate dalle istituzioni preposte.

Vera Slepoj

Daniele Damele


Ultimo aggiornamento ( domenica 28 dicembre 2008 )