Articolo sul Messaggero Veneto di Domenica 4 Gennaio 2009 |
Scritto da Daniele Damele | |
domenica 04 gennaio 2009 | |
Più precisione nell'informazione Nei giorni scorsi a seguito di una mia sintetica segnalazione, sono state pubblicate alcune lettere che, in forme differenti, contrastavano quanto da me espresso. Al di là di chi ha preferito scegliere la via della denigrazione (cui è difficile replicare), chiedo ospitalità per precisare meglio la mia opinione. Evidentemente nel mio commento del 21 dicembre non mi sono spiegato bene: criticavo l’errata informazione di “Regione Friuli indipendente” data da una giornalista del Tg1. Ricordavo alla stessa che la Regione si chiama Friuli Venezia Giulia e non solo Friuli perché accanto allo “speciale” Friuli c’è la cosiddetta Venezia Giulia (quest’ultima un’ “invenzione” politica). Mi riferivo alla Regione quale ente politico amministrativo più che al territorio. Spiegavo che, purtroppo, non siamo indipendenti, come paventato dalla cronista, ma autonomi e a statuto speciale, appunto come Regione “Friuli Venezia Giulia”. Credo che nulla debba impedire ai giornalisti di qualsiasi testata, anche della Rai, di conoscere bene la geografia fisica e politica dell’Italia. Il Friuli, specie nei telegiornali, va citato per esteso, così come è chiamato nella Costituzione: Friuli Venezia Giulia; fino a ieri c’era il trattino, adesso non è più necessario in quanto non compare più dopo la modifica introdotta con la legge costituzionale n. 2 del 2001 (nel sito ufficiale della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia www.regione.fvg.it , infatti, il trattino non compare. Cliccare e guardare per credere). Sempre nella Costituzione si fa riferimento alla condizione della nostra Regione come «autonoma e a statuto speciale». In Italia non esistono le Regioni indipendenti! Il fatto è che da qualche tempo anche tra i giornalisti ce ne sono di non preparatissimi, non attenti, non documentati. Come in tutte le professioni. Credo, però, che al servizio pubblico radiotelevisivo si possa chiedere un “qualcosina” in più. Rispetto poi ai miei svarioni in marilenghe nella mia passata esperienza di volontariato in tv, beh, mi si lasci dire che è meglio sforzarsi di volersi integrare a tutti i costi nello splendido mondo friulano e sbagliare (magari senza tagliare gli errori delle registrazioni tv essendo così trasparenti) piuttosto che giungere da Roma e parlare di «Regione Friuli indipendente»! In ogni caso il dibattito potrebbe spostarsi più che sull’operato delle persone (e lo dico a me per primo), magari, sulle opinioni di crescita sociale, economica e istituzionale del Friuli Venezia Giulia. E allora ecco, in poche righe, la mia opinione: questa nostra Regione è autonoma e speciale oggi grazie al Friuli molto, molto più che grazie a Trieste e alla cosiddetta Venezia Giulia. È in Friuli che c’è la minoranza linguistica storica; è il Friuli che è crocevia europeo al confine, anzi senza confini con Austria e Slovenia; è qui che ci sono le condizioni geopolitiche di crescita, molto più dell’unica vocazione “emporiale” di Trieste. Il rispetto e la valorizzazione dell’identità, della cultura e della lingua friulane possono costituire il futuro, certamente non da soli, ma possono fungere da basi solide per contrastare l’attuale crisi e guardare al domani di tutti noi, specie delle nuove generazioni. Daniele Damele
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Ultimo aggiornamento ( venerd́ 09 gennaio 2009 ) |